Intervista sulla Tav - 2006Più Magazine Daniela Ruffino

1) A livello statale la Francia sembra decisa a concludere il progetto della TAV come da dichiarazione dello stesso Presidente Holland effettuata lo scorso febbraio: un Suo commento in merito.
Direi che è un’ulteriore conferma della volontà della Francia di realizzare l'opera e proseguire tutto l’iter, sia burocratico che per agli appalti.

2) Commento sulla sentenza di assoluzione dalle accuse di terrorismo  emessa dalla Corte d'Assise lo scorso febbraio.
Le sentenze della magistratura vanno rispettate, anche se è innegabile che in Valsusa vi sia una situazione di ordine pubblico anomala con infiltrazioni di persone estranee agli interessi di questo territorio.

3) Commento sulle azioni di violenza che vanno a scapito della legittimità delle ragioni del movimento.
Qualsiasi atto di violenza è da respingere. Al di là, però, dell’essere favorevoli o meno alla Tav, io credo che, fino a quando il movimento è rimasto ancorato al territorio valsusino, poteva avere una sua logica, sempre naturalmente nel rispetto dei comportamenti e delle diverse opinioni. Ma quando ha iniziato a trasferire l’attenzione e le sue azioni anche al Ponte di Messina, al Dal Molin di Vicenza, al Gay Pride di Roma e a tante altre situazioni, è uscito dalla propria logica territoriale e si è agganciato, in modo forte, a movimenti di protesta che esulano dalla realtà della Valle.

4) All'atto pratico, quali sono le misure che si possono adottare per rilanciare la valle?
La misura fondamentale è quella di rilanciare il turismo della bassa Val Susa, mettendo in rete e valorizzando ciò che c’è già: dalla Reggia di Venaria al Castello di Rivoli, lungo un itinerario che tocca monumenti simbolo, come la Sacra di San Michele, l’Abbazia di Novalesa e San Giovanni di Avigliana, proseguendo sulle tracce della storia romana di Susa e di quella fortificata del Castello di Exilles, fino ad unirsi alle offerte turistiche dell'Alta Valle. Questi “beni faro” devono essere mappati e collegati ai vari percorsi enogastronomici e alle tante iniziative che i singoli Comuni mettono in campo da anni e che creano un pacchetto turistico già attivo da tempo, ma con grandi opportunità di crescita. Penso, poi, ad itinerari "lenti" per il tempo libero e al recupero, con il sistema degli alberghi diffusi, delle borgate montane, nuclei che hanno determinato la storia e la vita delle nostre valli. Necessario, inoltre, riflettere sull’importanza di una riqualificazione ambientale, culturale e ricreativa del Parco Fluviale della Dora e ad incentivi per l'insediamento di nuove imprese nel comparto energia. Il microidroelettrico legato al controllo della Dora e le biomasse ottenute con la filiera del legno sono un altro patrimonio che vede percorsi, progetti ed esperienze avviate. Infine, con la Città Metropolitana occorre lavorare per creare sinergie e servizi adeguati, con reti di connessione tra le aree periferiche e i centri urbani, insieme ad aree servizi e parcheggi.


5) Un'ipotesi: non si fa più la TAV.  Che fine faranno il Movimento No TAV e le forze che lo compongono?
Non fare più la Tav sarebbe un fallimento economico. Chi pagherebbe ciò che è stato fatto fino ad oggi e le penalità per la mancata realizzazione dell'opera? Quanto ai movimenti, che per molti rappresentano un lavoro, a mio giudizio rimarrebbero troppo orfani per non continuare una protesta di qualche altro tipo.

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